L'influencer è indubbiamente la figura "commerciale" del 2016 che si sta ancor di più affermando nel 2017, tanto che è sceso in campo l'Antitrust per far chiarezza e chiedere chiarezza a tutte le aziende e ai brand che usufruiscono di questo "servizio" pubblicitario.
Chi è e cosa fa l'influencer?
L'influencer è una persona, che è abbastanza seguita sui social media (spesso in un dato settore) e che può appunto influenzare l'acquisto di un prodotto o servizio, dando consigli e/o facendo recensioni. Questo era agli albori. Quando l'influncer marketing funzionava quasi esclusivamente nel settore della tecnologia e affini. Infatti soprattutto nel mercato americano e del nord Europa, gli influncer in campo di personal computer e smartphone sono fondamentali per le vendite e vengono pagati lautamente anche per parlare dei difetti dei prodotti (esaltando i pregi, ovviamente).
L'esplosione di Instagram ha però riscritto la "mappa" degli influencer mondiali, spostandosi in maniera massiccia sul settore del fashion e dell'abbigliamento. Il fenomeno in Italia ha raggiunto grandi livelli, tanto da creare fenomeni mondiali come Chiara Ferragni, partita da un blog "The blonde salad" ed arrivata ad essere un marchio vivente di caratura mondiale con svariati milioni di euro di fatturato.
L'influncer quindi che fa? Consiglia, prova, indossa, vive, qualcosa o qualche servizio di qualche azienda per promuoverlo (esplicitamente o esplicitamente, e qui si è mosso l'Antitrust) ai propri follower per far sì che "anche" loro ne diventino clienti e acquirenti.
Quali sono le azioni di base per far partire nel modo giusto una strategia di Influencer Marketing?
La strategia di influncer marketing, in ambito commerciale, si basa su quattro azioni in ordine cronologico:
L'influencer marketing non è sinonimo del marketing basato sul passaparola, ma l'influenza dei personaggi (che sono a metà tra un normale utente ed un testimonial vero e proprio) può essere trasmessa verso il pubblico di riferimento tramite il passaparola. Ma soprattutto tramite l'esperienza e la "consulenza" degli influencer verso il pubblico di loro pari.
L'influncer marketing e la sua evoluzione nell'ultimo biennio.
Nell'ultimo biennio la figura dell'influencer ha preso così potere sui social media (Facebook, Instagram ma anche Twitter soprattutto per il mercato americano) che le aziende ed i brand si sono viste "costrette" spesso a superare la normale strategia di influencer marketing (quindi non "conquistandolo" e poi "incentivandolo) e andare direttamente a contattare e pagare l'influencer. In questo modo l'influencer marketing diventa a tutti gli effetti una pubblicità, e come dice la legge, va dichiarata. Quindi si passa a parlare di vera e propria influencer advertising, cioè un modo di fare pubblicità con i contenuti degli influencer scelti, che ormai non consigliano più "spontaneamente" ma "consigliano" perché pagati.
I migliori influencer, quelli con i numeri più grandi di followers, la Ferragni su tutte, riescono ad alternare in maniera piuttosto naturale post "veri" con post di "advertising" grazie ad una presenza costante e quasi asfissiante sui social media.
I risultati degli influencer sono sempre buonissimi, sia in termini di acquisti, ma che soprattutto di brand awareness per le aziende che si affidano ad essi in mondo ormai sempre più social e sempre meno attento alle pubblicità e alle campagne tradizionali.
E' necessario avere una schiera di influencer per un'azienda e/o brand?
Forse al momento non è ancora strettamente necessario, ma le previsioni ci dicono che l'influencer advertising è sicuramente uno dei trend dei prossimo anni, data la crescita esponenziale degli ultimi due. Per alcuni settori o per le grandi multinazionali è ancora un tema taboo, dato che la comunicazione e la strategia ad altissimi livelli può avvalersi di veri testimonial universali anziché di influencer, ma per le piccole e medie aziende saranno indispensabili avere degli influencer che possano veicolare contenuti "consigliati" verso il pubblico: crescita di brand awareness e clienti.
Fondamentale invece, già oggi, risultato gli influencer per tutto quello che è fashion e moda. Instagram, soprattutto in Italia, è diventato il "fashion social" dove sfoggiare outfit e acquisti, molto più di FB, grazie agli hashtag specifici.
Alle agenzie di comunicazione e ai consulenti di marketing rimane comunque il ruolo importante di scegliere il giusto influencer e di scegliere le parole giuste con le quali l'influncer debba parlare del brand e/o dell'azienda. Perché se è vero che la strategia di influencer marketing sembra essere ormai solo una bella teoria da applicare per i casi studio che non possono spendere soldi, è altrettanto vero che i soldi spesi in advertising sono "spesi male" se dietro non c'è sempre la strategia e la mano di chi esperto lo è davvero.